Volevo ricordare con voi la morte di Leonard Nimoy che ormai e’ avvenuta gia’ da due anni.
Leonard Nimoy, l’attore americano noto in tutto il mondo per avere interpretato la popolarissima parte di Spock nella serie televisiva “Star Trek” e nei film successivi della saga, è morto venerdì a 83 anni.
Nimoy aveva da tempo una malattia cronica ai polmoni: due giorni fa era stato ricoverato in un ospedale di Los Angeles, ed è morto a casa sua nel quartiere di Bel Air della stessa città.
L’ultimo film in cui ha recitato era stato Into Darkness – Star Trek, uscito nel 2013. Nimoy divenne famosissimo per avere interpretato il “vulcaniano” Spock nella prima serie originale di Star Trek – di cui era il personaggio principale insieme al capitano Kirk (interpretato da William Shatner) – andata in onda fra il 1966 e il 1969.
In precedenza aveva interpretato ruoli minori in varie serie televisive come Ai confini con la realtà e Perry Mason.
Non potevo evitare un articolo su di lui … con le Lego iniziò a forgiare la mia fantasia e i miei sogni di ragazzino.
Ci mancherà molto anche perché non potremmo più rivederlo nei panni di spock.
Prima del suo successo con Star Trek, Nimoy aveva recitato in più di cinquanta film o serie tv. Ricoprì il ruolo di un sergente dell’esercito nel thriller fantascientifico Assalto alla Terra (Them!) del 1954 e fece una comparsa come “Sonarman” in due episodi della serie bellica The Silent Service del 1957-1958, ispirata a un fatto realmente accaduto nella sezione sommergibili della Marina degli Stati Uniti.
In seguito alla cancellazione della serie originale di Star Trek dopo tre stagioni, Nimoy si unì immediatamente al cast della serie spionistica Missione impossibile, che stava cercando un rimpiazzo per Martin Landau.
A Nimoy fu assegnato il ruolo di un agente dell’IMF con un passato da prestigiatore ed esperto di make-up, l’”Incredibile Paris”; ricoprì questo ruolo dal 1969 al 1971, nella quarta e quinta stagione dello show.
Nimoy ha recitato insieme a Yul Brynner e Richard Crenna nel film western Catlow (1971).
Nella sua ricchissima filmografia anche una dozzina di titoli da regista sia per il grande che per il piccolo schermo.
Tra i suoi film più celebri Tre scapoli e un bebé con Tom Selleck, Steve Guttenberg e Ted Danson e Marito a sorpresa con Patricia Arquette e anche due episodi della saga Star Trek III – Alla ricerca di Spock del 1984 e Star Trek IV – Rotta verso la Terra del 1986.
Come musicista Nimoy ha inciso alcuni album tra cui il più noto del 1968 è The Way I Feel che comprendeva un brano di Pete Seeger, If I Had a Hammer che in Italia era stata resa famosa da Rita Pavone con il titolo Datemi un martello.
Ma era al signor Spock che l’attore americano di origine ucraina (i genitori erano ebrei immigrati) doveva la celebrità, una tale aderenza tra personaggio pubblico e personaggio cinematografico da essere il titolo di entrambe le sue biografie:
“Non sono Spock” del 1977 e “Sono Spock” del 1995. Nimoy ha continuato a interpretare il suo personaggio più famoso doppiandolo nella serie animata di Star Trek e recitando in due episodi della serie Star Trek: The Next Generation e in sei film di Star Trek con il cast originale della serie televisiva; ha prestato il volto ad uno Spock anziano in Star Trek (2009) e Into Darkness – Star Trek (2013) diretti entrambi da J. J. Abrams.
Il saluto vulcaniano
Il gesto associato al celebre saluto vulcaniano, inaugurato nell’episodio Il duello, è stato ideato da Leonard Nimoy, il quale racconta[5] di essersi ispirato direttamente alla tradizione ebraica.
L’attore è infatti un cohen, discendente maschio di Aronne, tribù sacerdotale ebraica. Il saluto vulcaniano deriva proprio dal gesto che compiono i cohanim durante la celebrazione della festività di Yamim Noraim,
quando stendono in gesto benedicente le palme di entrambe le mani, con i pollici allungati in fuori ed il medio e l’anulare separati in modo che ciascuna mano formi due lettere V con una sorta di tratto aggiuntivo rappresentato dal pollice stesso.
Questo gesto simboleggia la lettera ebraica Šin, la prima lettera della parola Shaddai, “Signore” in ebraico.
In realtà, come racconta Nimoy nell’intervista, tale gesto non può essere osservato direttamente dai fedeli, che lo devono ricevere con il capo velato da uno scialle, ma all’epoca (Nimoy aveva otto anni) lo osservò di sottecchi.
Quando in seguito chiese una spiegazione del perché non fosse possibile osservare il gesto, ottenne la risposta che tale era il potere della Shekina, l’aspetto ‘femminile’ del Signore, evocato da esso, che poteva risultare fatale a chi lo osservava.
Pur non condividendo questo aspetto della credenza, Nimoy fu talmente impressionato dal contenuto mistico sotteso da importarlo in seguito nella serie televisiva.
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